E poi i tuffi nella meraviglia della musica mediterranea , con la magnifica voce di Giorgos Dalaras, ispiratore inconsapevole di gran parte del mio linguaggio vocale.
E la fierezza sincera del flamenco, con Paco De Lucia, e con il canto Jondo. E dischi irresistibili come "Making Music" con John Mc Laughlin, entrati dentro di me per sempre, e Mediterranean Sundance... Mille avventure che mi hanno fatto adagiare sul primo vento amico di passaggio e viaggiare in tutto il mondo, pur senza muovere un passo...
Ma la tradizione è trasversale nel tempo, oltre che nelle geografie.
E mentre tutte queste influenze scorrevano, si allacciavano e crescevano con me, mi innamoravo anche del R&B e delle stupende vocalità che popolavano questo incredibile mondo. Anche quelle più commerciali.
Io vedevo i percorsi dell'uomo anche lì. Accoglievo sempre qualunque contenuto, con le braccia e gli occhi spalancati.
Stevie Wonder, Withney Houston, Mariah Carey, Brian Mc Knight, i Take Six, i Boyz II Men, Beyoncè, Luther Vandross, Will Downing, Terrell Carter, e le magnifiche vocalità di Trey McLaughling e del suo gruppo di credenti, Peabo Bryson, James Ingram, Celine Dion, e mille altri fari che gremivano quel pianeta meraviglioso.
Nessuna esperienza era superflua, meno che preziosa ed entusiasmante.
Ricordo un amico che mi chiese se avessi mai ascoltato Micheal Jackson. Preso come sono sempre stato dalla musica popolare, risposi stupidamente che non mi piaceva, perchè non seguivo i fenomeni troppo commerciali. Luì replicò insistendo: "Ma lo hai mai ascoltato"? Ammisi di non averlo mai sentito. Che folgorazione sentire come primo brano "Man in the mirror"! Che genio assurdo, e quanta tradizione, anche lì. E poi "Keep the faith", "Stranger in Moscow", "They don't care about us" e ancora "Earth song".
Accogliere tutto e tutti, sempre, sempre, senza preclusioni e paletti.