Concerti , Spettacoli Teatralizzati, Film
“The Gospel Season” rappresenta una riduzione concertistica di “Hannah” di Paolo Sturmann ( Film omonimo, versione teatralizzata e versione concertistica ) che pone l'accento sulle stilistiche Gospel, Spiritual, e delle Worksongs dell'opera originaria. Il repertorio di “The Gospel Season” integra classici della tradizione nera quali ad esempio “No more”, “Hold on”, “ Everytime I feel the Spirit”, “Wade in the Water”, “Rock Island Line”, “Train Blues”, “Joshwa Fit the Battle of Jerico”, “Didn't it rain”,”Glory Glory”. A chiudere ogni concerto, è l'antichissimo ed emblematico spiritual “Go down ol' Hannah”, pietra miliare immancabile nelle esibizioni di Paolo Sturmann, reso noto dal Bluesman Huddie Leadbetter.
L' Anfora
Scritto
da Paolo Sturmann, con la ricerca coreografica di Marina Magoni,
nasce come duo concertistico voce e piano, con Paolo Sturmann e
Gianluca Sambataro, e si sviluppa in una versione teatralizzata ( già
messa in scena con la danzatrice Chiara Casiraghi, la attrice Blu
Lepore, la scenografa Martina Iseppi , testi e drammaturgia di
Sturmann ) ed una versione filmica in preparazione.
Simboli
e segni onirici che si intrecciano con l'arrivo del grande freddo, e
la frettolosa costruzione dell'unico riparo di fortuna che dovrà
conservare i residui del sentire, fra la paura di perdere la vitalità
dei propri mondi interni, ed il coraggio di spendersi senza riserve,
comunque vada.
Ammantano
l'avventura suoni e sedimenti portati dal vento da ogni angolo della
memoria.
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L' Attesa
Ispirato dall'opera magna di Rabindranath Tagore, "Gitanjiali", narra gli sconvolgimenti della speranza, che, in un gioco continuo di contraddizioni, vede perdersi chi attende trepidante l'oggetto del proprio Amore.
A convertire la disillusione, un semplice cambio del punto di vista.
Le ricerche di Sturmann e di Marina Magoni hanno prodotto l'pera teatralizzata, che vedrà realizzato un Film, ad oggi in preparazione.
La cifra stilistica del Film “Hannah” è orientata al recupero della tradizione artistica e culturale del popolo afro-americano ed alla testimonianza del suo cammino verso la affermazione dei diritti sociali e civili dei neri negli USA; gli eventi storici legati alla vicenda africana e afro-americana dalle sue origini fino all'oggi, sono visti dall'autore come emblemi paradigmatici del processo di rivalutazione dell'incontro e della fusione culturale, identitaria ed esistenziale che deve scaturire fra i popoli della terra.
Il valore della alterità e della commistione fra le epoche e le geografie della diversità, è infatti il perno centrale su cui si trasducono gli stilemi artistici pluri-millenari delle tradizioni etniche in una soluzione filtrata dal percorso identitario e personale del suo compositore, interprete e regista.
Il Film segue due narrazioni parallele: quella della dimensione reale del cantante e musicista che viene investito dalla potenza dei materiali sonori atavici, con i quali egli entra in un rapporto dialogico, dal quale scaturiranno alchimie inesplorate. E l'altra narrazione, quella onirica, animata, in cui il suono, unico testimone vivente delle vicende millenarie, trasmigra veleggiando sulle onde del mare, e raggiunge un abitatore dell'impero occidentale, che , ignaro, uscendo di casa, trova un enigmatico contenitore della storia nera, fattosi materia. Le due linee troveranno una congiunzione finale dando vita e anima allo scambio delle essenze del vivere.
I suoni e le narrazioni di popoli e terre lontanissime si raccolgono in un canto polimorfico, viaggiando su invisibili piroghe mosse dai venti dell'incontro.
Le voci si intrecciano, e si confondono in mescolanze multicolore, in cui atavici canti, flauti, fiati, corde, legni e pelli di tamburo si agitano e generano nuove possibilità di avvicinamento e di contatto, di fronte all'immenso serbatoio della memoria del popolo nero in migrazione...
Quindi la terra, il cammino, la fatica, la ricostruzione di una identità e di una storia che non ha voluto estinguersi.
E il suono. Unico testimone degli eventi in grado di travalicare le soglie del tempo e delle geografie, custode fedele dell'appartenenza e del profilo di un popolo e dei popoli.
La dualità che si racconta in “Hannah”, viene rappresentata in tutta la sua forza nelle dialettiche vocali del canto di Paolo Sturmann, in rapporto a
suggestive costruzioni antifonali inaggiate con gli altri artisti, che rispecchiano le strutture più antiche delle forme tradizionali afro-americane .
Gli stilemi repertoriali lambiti da Hannah sono rintracciabili nelle Worksongs, negli Shouts, Hollers, Folk, Gospels, Spitiruals, Cowtnry-Blues, Ballads, Jazz, e si insinuano altresì nell'inquieto composto orchestrale e vocale del lavoro, ridisegnando nuovi profili armo-melodici e ritmici.
L'impeto e la passionalità delle soluzioni compositive delle musiche del film sono indiscutibili, come pure le delicatissime sfumature che si raccolgono nei brani più introspettivi.
Sovente, invece, i brani sono solo un punto di origine che si scompone, perdendo i suoi profili definiti, e diventando magma sonoro che si dirige in coraggiose sperimentazioni improvvisative, che costituiscono la matrice originaria dell'opera. E l'onda, che altera e impetuosa come i moti di un Amore invincibile, si infrange sui perimetri della sensibilità.. e nelle mille rifrazioni della sua schiuma, convince, e invita al tuffo
nell'incanto.
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Bluesource
Nato dalla collaborazione fra Paolo Sturmann alla voce ed alla harmonica, il percussionista Antonio Gentile ed il chitarrista Claudio Cucè, il progetto presenta le origini del Cowntry Blues fra le mille influenze geografiche e temporali che hanno determinato la sua configurazione polimorfica.
Presentato in molti contesti concertistici ha visto la realizzazione di due dischi , distribuiti dalla Sony Music e prodotti da Ernesto De Pascale, per la collana "This is my story".
L'incontro dell'occidente con la civiltà africana è il tema dello spettacolo teatralizzato.
Dokhondem incarna
allegoricamente l'intero popolo dell’Africa nera.
Egli attraversa il mare in tempesta e come ultimo segno dell'incontro con l'uomo costruisce una capanna di canne e stracci, riempiendola di maschere, oggetti e narrazioni della propria terra.
E' l'ultima occasione, la possibilità di recuperare un senso di valore dell'uomo e del suo percorso, la cultura dell'accoglienza, più che mai viva in Africa, e quasi estinta nei nostri agglomerati industriali.
Il villaggio e l'intero continente sono stati rasi al suolo, razziati, e con essi la memoria della dignità, del rispetto.
Il nero non risponde con la vendetta, ma sbarca sulla nostra civiltà per regalarci per l'ultima volta la sua ricchezza umana, il ricordo dell'incontro, la saggezza che può aprirsi a nuove possibilità se qualcuno saprà ricevere l'invito.
Al progetto hanno collaborato il djembefola senegalese Ismaila Mbaye, il percussionista Rino Bruciaferri, il percussionista del Gambia Osuman Kassam, l'attore Aliù Dansokò, la attrice Simonetta Vecoli, Giacomo e Sergio Cavanna.
Marakadon
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Hobo
Viaggio nelle terre del Folk e del Cowntry Blues. Il duo Paolo Sturmann ed il chitarrista e cantante Enrico Micheletti, oggi scomparso, si muove verso il recupero della tradizione primigenia della musica popolare afro-americana , restituendo stilemi e forme arcaiche non prive di una rilettura personalizzata dei due, che rimangono comunque ancorati agli echi del passato più genuino.
Molti
cantanti e musicisti si sono avvicendati in questa formazione protesa
verso la tradizione del Gospel e diretta da Paolo Sturmann.
Tra
i musicisti il tastierista Leo Ravera, il pianista Gianluca
Sambataro, il tastierista Alessio Buccella, il multipercussionista e
batterista Rino Bruciaferri, il bassista Simone Somovigo, il
chitarrista Paolo Mari.
Fra
i cantanti la new yorkese Leona LaViscount, Anna D'Acunto ,Sara
Grimaldi, Diego Baronti, Ilaria Corridori, Debora Corridori, e
moltissimi altri.
Soul
Experience
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House
Rent Party
Una formazione di R&B e Funky Blues che vede Paolo Sturmann alla voce e alla harmonica, Rino Bruciaferri alla batteria, Alessandro Mezzasalma e Leo Ravera alle tastiere, Andrea Olivetta alla chitarra, Marco Niccolai e Simone Somovigo al basso.
Un progetto destinato alla realizzazione di un Film, di una traduzione teatralizzata e di una versione concertistica.
Un viaggio dentro il sè, per riconoscere i mille volti amici dell'altro nel profilo della propria identità più viscerale.
La scoperta delle innumerevoli commistioni che si raggrumano dentro i meandri del sentire mostra la ricchezza di un incontro che fa parte stessa della esistenza personale, e canta con gioia la celebrazione della diversità.
Voci d'Altro
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